CASA TABOR

La casa, adagiata sulla montagna come una gradinata, è stata pensata e voluta, nel rispetto dell’ambiente. Rivela la profonda relazione tra la struttura architettonica e la natura che la avvolge.

A Casa Tabor sono tanti i luoghi che dicono e fanno l’accoglienza, ma ce ne è uno in particolare estremamente importante: la cappella. Qui avviene l’incontro con il Signore che si fa riconoscere mentre spezza il pane; questo luogo d’incontro dice il senso di questa casa, nata e voluta per gli esercizi spirituali.

Il senso di questa casa è dunque quello di far vedere come la storia, il tempo, la vita, la quotidianità…entra nell’ottavo giorno, nel giorno inedito di Dio: la Risurrezione.

 

SIMBOLOGIA BATTESIMALE DELLA CAPPELLA
Il Battesimo è il fondamento della nostra vita, con il Battesimo ripercorriamo la vita di Cristo; con lui siamo CON-MORTI, CON-SEPOLTI, CON-RISORTI: CRISTO DIVENTA IL NUOVO SPAZIO DI VITA di ogni battezzato. Siamo quindi dentro questa chiesa-battistero che è una TOMBA, infatti non ci sono finestre; in questa tomba ci entriamo con Cristo, ma la TOMBA è aperta perché ci fa vedere già quello che noi siamo: seduti nei cieli in Cristo Gesù.

LUCE
La mancanza di finestre rimanda alla luce. Tante volte cerchiamo la luce all’esterno, fuori di noi, nelle cose che vogliamo possedere, nelle relazioni, nei successi, ma la luce è  dentro perché è  da dentro che siamo trasformati…e se la luce è dentro emerge dalla vita, da ciò chef qui celebriamo e offriamo. Non ci sono finestre ma ci sono vetrate che riportano una scritta: giorno senza tramonto trasfigurazione del tempo, contemporanei dell’eternità. Questa scritta non si vede bene, è di difficile comprensione e allora a cosa serve? Non è l’errore dell’artista che ha sbagliato nell’abbinare i colori ma è una cosa voluta. Anche nella nostra vita ci sono cose che subito non capiamo quel che c’è scritto, ci vuole tempo, pazienza, uno sguardo purificato e una persona che accompagni a riconoscere.

TUTTO CI PARLA
Niente è fatto a caso ma nella logica del corpo tutto è chiamato a far vedere Cristo. Tra questi banchi siamo tutti uguali perché siamo già ciò che contempliamo; non c’è la pesantezza delle nostre storie, delle passioni che ci attanagliano ma siamo liberi da queste, siamo dentro a quella COMUNIONE che è gioia piena. INSIEME siamo il volto di Cristo. E allora, se siamo ciò  che contempliamo siamo già RISORTI e la posizione del risorto non è  per terra, in ginocchio, ma è quella eretta.

L’INCORONAZIONE DELLA VERGINE
In questa prospettiva la scena finale del mosaico è L’INCORONAZIONE della VERGINE compimento dell’annunciazione. C’è un inizio: Dio scende, viene perché c’è un’accoglienza che trasforma, si fa uomo, prende, indossa un corpo per riportarci nei cieli. Questo fa vedere che tutta la nostra vita, la nostra umanità  si è messa al fianco di Dio, partecipa alla signoria di Dio. Il Figlio riconosce la Madre, riconosce che lei ha fatto la sua parte: ha ADERITO ACCOGLIENDO. Cristo compie dei gesti per lei: tocca l’anello, la incorona Regina e la avvolge totalmente con il mantello ricordando che lui solo è il Signore. Maria è la MADRE, è la CHIESA, è la SPOSA.